Miti e pregiudizi rispetto alla violenza sulle donne.

Quando si affronta l'argomento della violenza sessuale sulle donne si scoprono un sacco di pregiudizi radicati nella mente delle persone. Tipo l'affermazione che l'aggressore non è riuscito a controllare il proprio istinto sessuale!

Il 25 novembre è la giornata del fiocco bianco e rappresenta la più vasta azione al mondo per porre fine alla violenza degli uomini sulle donne. 

Di seguito vogliamo sfatare alcuni miti e pregiudizi che ostacolano la lotta alla violenza e rendono difficile alle donne di qualsiasi età uscire dal loro isolamento per chiedere aiuto e sostegno.
Pregiudizio numero 1: Solo le donne giovani ed attraenti che vestono sexy vengono violentate.

In verità la violenza sessuale viene subita da donne di ogni età, indipendentemente dal proprio aspetto, dalla propria provenienza e dalla cultura e religione a cui appartengono. Non esiste modo di vestirsi che possa garantire l'incolumità.

Pregiudizio numero. 2: "Le vere vittime di violenza si difendono strenuamente. In seguito allo stupro ci sono segni di lotta e ferite evidenti".

La maggior parte delle donne e ragazze vittime di violenza non hanno la possibilità di difendersi. Indipendentemente dalla differenza di corporatura e forza, le donne spesso sono "pietrificate" dalla paura. In genere non c'è alcun segno fisico. Al contrario però tutte le donne riportano delle profonde ferite emotive e psichiche.
Pregiudizio numero 3: "Le vere vittime di violenza denunciano l'aggressore".

La violenza sessuale quindi lo stupro, i palpeggiamenti ecc. viene denunciata nel 10 - al massimo 30 % dei casi. Per le vittime è più "semplice" denunciare l'accaduto se l'aggressore è una persona sconosciuta. Risulta molto più difficile puntare il dito contro una persona con cui si ha un legame di parentela, una persona che si conosce e fa parte delle "amicizie".

Pregiudizio numero 4: Gli aggressori in genere sono persone sconosciute che saltano fuori all'improvviso e scelgono la vittima a caso.


Due terzi della violenza sessuale avviene all'interno del contesto sociale conosciuto dalla donna o ragazza, quindi famiglia, amicizie, lavoro, vicinato. Il rischio più grande è nel contesto di vita quotidiano. La maggior parte degli abusi vengono pianificati dall'aggressore.

Pregiudizio numero 5: Chi attua violenza sessuale è disturbato, malato psichico o pervertito.

Oltre il 90 % degli aggressori ha una vita sessuale che non desta sospetti e non è riconoscibile come persona diversa.

Pregiudizio numero 6: L'aggressore non è riuscito a tenere sotto controllo il proprio istinto sessuale.

Questa affermazione è uno dei pregiudizi e delle scuse più radicate. Non esiste una causa biologica, fisica o psichica che impedisca all'uomo di controllare il proprio istinto sessuale. Si tratta piuttosto di uomini che hanno l'obiettivo di imporre la propria volontà alla donna o ragazza, di uomini che abusano del proprio "potere".

Pregiudizio numero 7: Lo stupro è un modo aggressivo di vivere la sessualità che alcune donne trovano addirittura eccitante e particolarmente virile.

Ogni ragazza e donna vive lo stupro come un sopruso umiliante contro l'integrità del proprio corpo e della propria psiche. Lo stupro viene vissuto come una minaccia che scatena paure di morte e non è mai vissuto come un atto sessuale. Lo stupro è violenza.