Se diventi il capro espiatorio

Probabilmente a ognuno è capitato di sentirsi escluso in determinate situazioni della vita. Magari tra i compagni di classe o durante la lezione di ginnastica.

Essere messi da parte come un pacco che nessuno desidera, ci fa star male.
Sono tanti i gruppi, soprattutto all’interno delle scuole, nei quali ci si sfoga con qualcuno che funge da capro espiatorio. Fino a quando le persone del gruppo “forte” hanno qualcuno da sottomettere, non rischiano di finire sotto tiro loro stesse. Così si possono sentire al sicuro, forti e superiori.

Il modo di trattare gli altri, rispecchia la propria personalità.

Appartenere ad un gruppo, che consapevolmente esclude, ignora e tratta male altre persone è un segno di insicurezza.
In altre parole, chi deliberatamente e senza motivo sottomette una persona, si nasconde dietro alla violenza nella speranza di apparire forte.

I pretesti banali e stupidi per venire esclusi sono tantissimi, ad esempio l’acne, il modo di vestirsi, gli occhiali, un handicap o anche la nazionalità, la cultura o la madrelingua.
Per uscire dal ruolo di capro espiatorio, devi essere consapevole che le angherie alle quali sei sottoposto sono del tutto gratuite e non esiste una tua colpa. Se provi a guardare la situazione con un certo distacco, puoi vedere che ogni persona del gruppo dei “bulli” cerca di nascondere delle insicurezze e dei difetti dietro al comportamento da gradasso.
 
Vedrai anche che nel gruppo ci sono dei ruoli diversi. C’è chi fa da capo e guida altre persone che si fanno trascinare, poi (per fortuna) ci sono sempre dei soggetti che non si fanno coinvolgere.
Probabilmente allacciare dei rapporti con questi ultimi ti riuscirà più facilmente. Avvicinati a loro in modo che ti possano conoscere meglio. Scoprirai che ci sono delle persone di cui ti puoi fidare e con le quali riesci ad andare d’accordo.

Sicuramente non potrai essere simpatico a tutti. Viceversa vale lo stesso discorso, è impossibile che tutti ti siano simpatici! Essere tolleranti significa accettare e sapere convivere con altre persone anche se non hanno lo stesso stile di vita, se si vestono diversamente, se si comportano diversamente, se credono in un altro Dio ... La tolleranza quindi è ben diversa dalla sopportazione o dall’indifferenza.

Infine, ti sarai accorto che guardare ai propri difetti non richiede nessuno sforzo, anzi spesso è una cosa automatica. Tu impegnati a vedere e mostrare i tuoi pregi. Così facendo, agli altri risulterà più difficile farti scivolare nel ruolo del capro espiatorio.