Violenza

Un termine che ha tanti risvolti. Il bullismo, l'emarginazione, la presa in giro, l'attacco verbale, le minacce, il ricatto, la molestia, l'aggressione fisica e l'abuso sessuale sono tutte forme di violenza.

E poi c'è la violenza rivolta verso se stessi sotto forma di autolesionismo, ovvero ferite che ci si procura tramite tagli ed ustioni.

Nei mass media fa notizia la violenza messa in atto dai ragazzi giovani, adolescenti o poco più. Eppure l'esperienza del nostro consultorio per giovani ci dice che i ragazzi non solo agiscono ma molto spesso subiscono violenza. Parlando di giovani non si può ignorare il fatto che sia i bambini,
sia i ragazzi imparano dagli adulti che fungono da modello. È illusorio pretendere che le nuove generazioni rinuncino alla violenza se quotidianamente hanno sotto gli occhi dei modelli adulti che propagano violenza.

La violenza viene generata per vari motivi, che vanno ricercati nelle circostanze sociopolitiche tanto quanto nel sistema educativo in senso lato. Si pensi allo scollamento dei giovani dalle relazioni familiari, all'assenza di un vicinato con il quale interagire, alla tendenza di coltivare le relazioni via Internet, all'abbandono delle religioni, delle associazioni e tutte quella istituzioni che potrebbero trasmettere dei valori ai quali orientarsi e nei quali trovare un senso.

La violenza e le aggressioni dei giovani di oggi non sono guidate da ideali politici estremi, da una lotta di classe o da una voglia di riscatto. Piuttosto sono da leggere come una assenza di contenimento, di valori, di sensibilità. È la violenza gratuita del branco che vaga e si scatena su una vittima trovata per caso. La violenza, la morte, le guerre e i disastri hanno un posto privilegiato nei media. Si è indotti a chiedersi se veramente il mondo stia andando a rotoli e ci si interroga perché così tanti giovani siano disposti alla violenza. I media ci presentano politica e morte, morte e politica fino alla nausea. Se però si alza la testa per guardare cosa c'è oltre alla prima fila di notizie è il caso di chiedersi come mai la maggioranza dei giovani rinuncia alla violenza.

Chi si chiede come si possa contenere la violenza, innanzitutto deve riflettere su se stesso e sulla società. Paul Gutman, psicologo americano afferma che la gioventù è lo specchio della società. La prevenzione migliore contro la violenza è una società che non divide, che accoglie e nella quale valga la pena di vivere.
Infatti gli attriti più pericolosi si creano sempre là dove si separano nettamente due nazioni, due culture, due etnie, due religioni, due squadre di calcio ... due gruppi linguistici.